ARCADÌA

PARALIA TYROU

Anche questa paralìa l’abbiamo trovata per caso, e ci siamo tornati già molte volte. Una cinquantina di chilometri a sud di Argo, strada costiera bella ma piena di curve, o se si preferisce circa centoquaranta a nord di Monemvasìa, strade abbastanza accidentate con un passaggio in quota sul monte Parnon, si trova Tyros, paesone immerso negli uliveti che circondano tutta la costa del golfo Argolico.

Sul mare c’è il vecchio borgo dei pescatori, dove la costruzione di un nuovo porto ha creato una bella base anche per il diporto, ed ha arricchito di taverne negozi e piccoli bar la baia già conosciuta come Paralìa Tyrou. Senza fargli perdere nulla dell’incanto e dei profumi tipici del Peloponneso. Classico posto di mare per famiglie e/o pensionati, con una decina di alberghi di vario livello e domàzie, affacciate sul lungomare esposto a est. Tutto molto greco. Noi vi abbiamo fatto tappa la prima volta salendo da Monemvasìa, poi scendendo dal golfo di Corinto, infine attraversando per il largo il Peloponneso.

La lunga spiaggia di ciottoli, subito molto profonda con acqua limpidissima anche a ridosso del porto, è ampiamente fornita di docce a 40° perché i tubi dell’acqua viaggiano scoperti sui ciottoli. Il posto migliore per noi è lo slargo sulla banchina, in prossimità di un bel teatro scoperto dedicato a Melina Mercouri, e costruito a ridosso della scarpata che a sud delimita il porto: qui abbiamo infatti una fontanella, una presa per il pieno dell’acqua e la buca per le cartoline. Questa location ha la chance di essere ombreggiata a partire dalle 14, ma può capitare che vi sia molto vento nel pomeriggio. Alle prime luce dell’alba può capitare di poter acquistare il pesce appena sbarcato dalle barche. Tranquillissima di giorno, Paralìa Tyrou prende vita verso le 21, con un andirivieni di motorette fino alle 2 di notte circa. Non posso garantire che dopo le recenti restrizioni al campeggio libero l’area sia ancora disponibile, ma tentar non nuoce, sempre nel massimo rispetto delle regole.