IRÀION
A Iràion ci siamo arrivati soprattutto per attaccare una perla alla nostra collezione di fari. La baia, dove nei tempi antichi era stato edificato il tempio alla madre degli Dei, è infatti alle spalle di un capo su cui spicca il Faros Megalavi Corinthìa, punta meridionale della penisola montuosa di Gerania. È un luogo di incredibile bellezza, una minuscola baia sormontata da un santuario edificato in più fasi a partire dell’era arcaica e frequentato fino alla tarda età romana.
Vi si arriva da Loutraki, attraversando Perahora e Vouliagmeni: quasi in fondo al lago costiero un cartello indica “IRAION”, ancora un paio di chilometri e la strada finisce in un ampio parcheggio con vista sul faro. Oppure da Tebe (statale 3 verso Elefsina), svoltando per Vìlia al primo incrocio a destra dopo Erithrès; da qui scendere a Psatha, proseguire per Skinos e Perahora. Questa seconda opzione è molto più accidentata, ma anche molto più interessante, si sfilano via cime che superano i mille metri e grandissime pinete, e dopo Psatha la strada diventa una strettoia al livello del mare sovrastata da una ripidissima scarpata.
Iràion non si può descrivere: bisogna solo ringraziare chi ha deciso di rendere il luogo accessibile gratuitamente, e predisporre il piazzale dove abbiamo sostato tre volte in assoluta solitudine, almeno dal tramonto fino alle 10 circa del mattino. Non vi sono alberi, ma con un po’ di intelligenza geografica il camperista edonista trova la soluzione per evitare di arrostire sull’asfalto. C’è un rubinetto alle spalle dell’unico edificio visibile dal piazzale, accessibile a piedi. Il resto, è tutto da godere.
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