KRYONERI
Molto celebrata in letteratura, collegata fino al 1972 con Etolikò per mezzo di una ferrovia a un binario che raggiungeva il lungo pontile proteso verso il golfo di Patrasso, è una minuscola località, ai piedi di un aspro rilievo calcareo, il monte Corace (o Chiona, alto 2500 metri). Più taverne che case, una spiaggia molto affollata a ridosso del porto. Finito il paese, uno sterrato segue la costa nord del golfo di Patrasso, superando in più punti i canali di scolo di quella che una volta doveva essere la palude del delta dell’Evinos. Qualche raro spiazzo erboso permette una sosta agevole, ma la presenza di bagnanti è notevole e fastidiosa, quasi più delle mosche e delle zanzare. Praticamente assente l’acqua corrente, tranne due docce e una fontana sul pontile, a servizio dei numerosi pescherecci; e fuori dal paese una doccia che ovviamente l’occhio lungo del camperista edonista individua al primo colpo, a metà dei due km di sterrata che collega al paese una serie di villette a schiera. Mare abbastanza limpido, basso; spiaggia di pochi metri a ridosso dello sterrato, fondo di sabbia e piccoli ciottoli. Insomma, un luogo da evitare; ma vi si gode una bellissima vista sul ponte di Rio, e sulla bianchissima Patrasso, e sul monte Corace che al tramonto si incendia di vivissimi toni rosso-arancio. Vi si arriva facendo deviazione sulla E55, tra Misolongi e Antirio.
PALIOVARKA (Mýtikas)
Larga spiaggia di sabbia e ciottoli bianchissimi, battuta dove passano gli automezzi a ridosso dei campi e di rare casette, Paliovarka (vecchia barca) si stende ai piedi di aspre montagne di calcare quasi nudo. Alle sue spalle una stretta pianura coltivata a ulivi, solcata da un torrente senza nome. Scoperta nel 2008, quando c’erano una decina di casette e una taverna, negli anni è diventata luogo di campeggio sia attrezzato sia di fortuna, soprattutto roulotte; e lo sterrato che una volta finiva contro l’alveo del fiumiciattolo si è prolungato fino a Mýtikas, circa 2 km a ovest.
Non esistono docce libere né fontane, ma vi sono alcuni bar da spiaggia che mettono l’acqua a disposizione dei clienti; idem la taverna, che ha anche camere e ovviamente ombrelloni e sdraio a disposizione degli avventori. La riva è molto pulita rispetto allo standard ellenico, il mare ha il fondo di sabbia ed è subito profondo, acqua sempre cristallina. La vista è stupenda sull’isolotto di Kalamos; in lontananza la più famosa (e popolata) Meganisi. Ci siamo fermati due volte, una chiedendo ospitalità alla taverna, dove abbiamo cenato, l’altra in modo libero sulla riva assolata ma rinfrescata da un venticello costante. Il sito si trova nel demos di Alýzia, antico nome di un sito fortificato collegato alle importanti fortezze di Vonitsa e Lefkada durante la dominazione franca e veneziana. Si raggiunge attraverso la bellissima strada costiera da Àstakos a Pàleros, a ovest del massiccio montuoso dell’Acharnanìa.
ASTAKÒS
Piccolo centro che vanta origini antichissime, dimenticate durante l’occupazione ottomana, riprende vigore in pieno ‘800 quando viene ricostruito un porto legato soprattutto al commercio del legname di quercia e delle ghiande. A metà strada circa tra Misolongi e Lefkada. Situato di fronte alle Echinadi (l’arcipelago dove si svolse la Battaglia di Lepanto) è uno scalo di discreta importanza per i collegamenti con Cefalonia e Itaca. Dispone di un grande parco attrezzato tra l’abitato e la foce del fiume Kiropotamos, dove abbiamo parcheggiato tranquillamente. Docce libere e una fontanella. Negozi e ristoranti in centro, a circa duecento metri dal parco. La spiaggia non è un gran che, mare poco profondo ma l’acqua è limpida nonostante la vicinanza del porto.
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