NEO ÒITYLO
A metà strada nella discesa del Mani verso capo Matapàn (o Tenàro), ecco il villaggio a mare dell’antichissima città di Òitylo. La strada da Àgios Nikolàos in poi è diventata strettissima, e dopo un paio d’ore di curve decidiamo di goderci la vita in questo tranquillissimo borgo, parcheggiando sul lungomare, attratti più che altro dall’invitante aspetto delle sue taverne a sbalzo sulla scogliera. Paesaggio tipicamente maniota, spiaggia di ciottoli, acqua trasparente, bella passeggiata fino a Karavostàsi.
VINGLÀFIA
Quasi in fondo alla terza punta del Peloponneso, quella di capo Malea, si trova questa incredibile spiaggia con vista su Elafonissos. Si attraversa il piccolissimo paese seguendo le indicazioni per il traghetto, poi si va avanti sullo sterrato attraversando un tratto di laguna prosciugata. Ci si ferma a ridosso della duna, in una spianata molto assolata e battuta dal vento, e assolutamente priva di servizi e di acqua. Oltre la duna, la spiaggia di Petropavli, dall’acqua incredibilmente cristallina, di una sabbia fine e dorata composta da miliardi di minuscoli frammenti di conchiglie. In mare, a pochi metri dalla riva, sono i resti di antiche costruzioni e pavimenti di abitazioni risalenti all’età micenea; sulla duna c’è una piccola necropoli con alcune incisioni rupestri. La parte di laguna non asciutta è popolata da uccelli e altri animali. Dall’altro lato del capo, la spiaggia di Pounta, con le stesse caratteristiche di quella di Petropavli ma immediatamente profonda. Oltre l’imbarcadero, a un centinaio di metri dalle spiagge, si apre una spianata rocciosa e senza alberi, molto selvaggia. Mezzo chilometro prima di arrivare al piazzale dietro le spiagge, c’è una piccola area attrezzata per i camper. In paese c’è l’essenziale. Vi si arriva scendendo verso sud-est sulla provinciale Monemvasìas-Neapolis, svoltando a destra a un bivio molto ben segnalato per Àgios Geòrgios.
KOKKINIÀ (Glykovrysi)
Scendendo verso sud sulla terza punta del Peloponneso, a circa 20 km da Skala e poco prima di arrivare a Elià, si trova questa spiaggia distesa lungo uno sterrato che conduce a un moderno porto turistico ben costruito ma assolutamente privo di strutture di accoglienza, anche perché le correnti lo hanno riempito di alghe. Lo sterrato è ricavato sulla testa di una bassa duna costiera, ed inizia nei pressi di una taverna sistemata vicino a un porticciolo. Ben visibile dalla strada secondaria che costeggia il mare dopo Glykovrysi (“sorgente dolce”) attraversando agrumeti e uliveti a perdita d’occhio, questa spianata si trova in fondo alla baia di Makrigialos praticamente di fronte a Gythio. Attrezzata con docce e fontane ogni 30-40 metri, un lungomare con marciapiedi e sedili – qui niente panchine ma finalmente l’idea che un muro possa essere fatto in modo da permettere di star seduti e guardare il panorama. Le stelle no, perché l’ illuminazione è copiosa, fino allo pseudoporto e oltre. Con un po’ di fortuna si può parcheggiare all’ombra degli alti eucalipti che costeggiano lo sterrato dal lato terra. Per un lungo tratto, sul lato mare le immancabili tamerici permettono di avere ombra anche a sud. Il mare è limpido, la spiaggia di sabbia grossolana. Molte alghe a riva, anche perché non è lontano il fiume Eurota, che dà il nome alla municipalità. Tornando indietro, da Skala si può prendere la provinciale per Leonìdio, e raggiungere così il golfo di Nauplio. La strada si arrampica fino a un alto passo che scavalca le pendici del monte Parnone; poi scende verso il caratteristico villaggio di Kosmas e continua in quota tra boschi di platani e pinete fino alla stretta e ripida serpentina che porta a fondovalle, sfiorando il monastero di Panagia Elonis (la Vergine Dormiente). Vale il viaggio.
SKOÙTARI
Una città piena di storia, antico porto di fin dall’età micenea, di cui oggi non resta praticamente null’altro che una chiesetta bizantina in stato di semiabbandono. Eppure era una base di pirati del Mani, che diedero molto filo da torcere ai Turchi. Il villaggio moderno, costruito da profughi provenienti dall’omonimo quartiere di Costantinoupoli, a mezza costa, è da evitare perché le strade sono molto strette; la zona a mare, dotata di varie e deliziose taverne, è servita da un parcheggio ma abbiamo preferito stare sul molo del porticciolo, più facilmente raggiungibile dalla strada principale. Dietro il molo, una spiaggetta deliziosa tra gli scogli. Luogo molto tranquillo, ma senza acqua. Si raggiunge da Gythio seguendo la statale per Areòpolis e deviando verso la provinciale costiera all’altezza di Vrisai.
NEÀPOLIS VION
Sosta molto tranquilla sul lungomare, a portata di doccia, fontana e panchina. Mare limpido e pulito nonostante la presenza di un porto, spiaggia di sabbia e ciottoli, non attrezzata. Paesone tranquillo, ma abbastanza affollato per il traffico da e verso l’isola di Kìthira. Da Neàpolis Vion siamo partiti per andare a visitare la grotta di Kastanià, imboccando strade strettissime nell’abitato di Kato Kastanià. Al ritorno siamo riusciti ad evitare le strettoie tornando a Neapolis attraverso il passo tra Ano Kastanià e Faraklò, e proseguendo poi a sud verso il piccolissimo porto di Profitis Ilias dove finisce la strada per capo Malea. Da qui, attraverso scenari davvero impressionanti, parte uno sterrato percorribile solo a piedi, che abbiamo evitato di fare per il fortissimo vento.
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