SAGIÀDA
Nell’estate del 2010 scendevamo dal confine albanese, dopo aver percorso strade polverose piene di cantieri con l’obiettivo di visitare lo splendido sito di Butrinti. Da qui partiva una strada che, dopo una incredibile traghettata su un pontone a cavo, attraversava una valle e sbucava in Grecia. Ci lasciammo alle spalle la dogana e dopo cinque o sei curve ecco il mare, e laggiù la sagoma allungata di Kèrkyra (Corfù). Grande la voglia di bagnarsi finalmente nel mare greco. Costeggiando decidiamo di infilarci in una stratta strada sulla destra, una ripida discesa asfaltata, ed ecco una spiaggetta senza pretese, circondata da alberelli ombrosi, ai piedi di una collina che la copre a est in modo da nascondere il primo sole. Intorno, montagne tonde e spelacchiate fanno da confine a una grande laguna in parte bonificata e coltivata prevalentemente ad agrumi.
La spiaggetta, che abbiamo affettuosamente denominato Sagiada 1, è pulita, affollata da bagnanti solitari e da famigliole; è dotata di una piccola cabina spogliatoio e di una doccia, oltre a un cassonetto che viene sistematicamente svuotato dagli addetti della comunità di Filiates. Fondo di terra battuta e piccoli ciottoli, chiusa da scogliere piene di ricci. Il mare è limpido solo al mattino, poi le correnti portano alghe che si ammucchiano a riva e contro la scogliera a sud.
Più avanti ce n’è un’altra, con un mare più aperto e più limpido, priva di vegetazione e perciò molto assolata, e fino al 2020 l’avevamo sfruttata solo una volta arrivando la sera tardi e ripartendo la mattina presto. Poi, nel 2020 a Sagiada 1 comparve un divieto di sosta ai camper, e da allora abbiamo scelto sempre questa seconda spiaggia (Sagiada 2), che ha l’innegabile pregio di essere snobbata dai bagnanti. Anche su questa c’è spazio, doccia e cassonetto.
Poco oltre Sagiada 2, proseguendo verso Igoumenitsa, ecco il paesino disteso sulla nazionale, diviso in due tronconi nettamente separati: sul mare 4/5 casette da pesca affacciate su un piccolo molo, un paio delle quali trasformate in taverne, e un piccolo faro; nell’interno, un gruppo di abitazioni rurali e graziose villette, con diversi bar, negozio, forno. Acqua nella bella fontana sul molo di fronte alla stazione della Guardia Costiera.
Trovata per puro caso nel 2010, Sagiada, negli anni, è diventata il nostro punto di riferimento all’arrivo e/o alla partenza da Igoumenitsa, da cui dista circa 20 km.
PLATARIÀ
Molti anni fa era un piccolo villaggio di pescatori, a ridosso di una profonda baia la cui imboccatura quasi coincide a nord con quella di Igoumenitsa. Il paese è sistemato nei pressi della foce di un torrente, all’inizio di una zona paludosa che si perdeva nell’interno, verso Margariti e il lago Kalòdiki, oggi quasi del tutto bonificato come è bonificata la palude di Platarià, che era separata dal mare da una bassa duna costiera e da una linea di eucalipti. Dopo la valorizzazione della costa a sud di Igoumentisa con la costruzione di una più veloce strada costiera fino a Sivota, e l’allargamento della statale 18 da Igoumenitsa a Preveza, il villaggio si è ampliato e sulla duna è stato costruito un bel lungomare di circa 1 km, con vista sul profilo scuro di Kerkira che si staglia nel tramonto.
Anche se il mare non è quello cristallino dai riflessi verdi a cui siamo abituati, perché ricco di alghe a causa dei bassi fondali alluvionali e dall’apporto di nutrienti attraverso i fiumiciattoli che scendono dalle campagne circostanti, questo lungomare sta diventando una comoda base logistica per la prima o l’ultima tappa di chi sbarca a Igoumenitsa, che dista solo 8 km. C’è un grande porto turistico nell’angolo nord della baia, e il centro del villaggio è ben servito da pochi ma forniti negozietti, un paio di panetterie e l’immancabile sequenza di kafenìon e taverne di ogni qualità. Molto accogliente e silenzioso, ogni mattina vengono svuotati i cassonetti e i cestini dell’immondizia. Vi sono numerose paralìe attrezzate fornite di doccia, ma niente acqua libera. In genere, il posto è ben ventilato la mattina, e l’ombra offerta dagli eucalipti lo rende molto gradevole. Presenza ovvia di zanzare. Dal 2021 vige un divieto di sosta sul lungomare, ma in compenso sono stati attrezzati ben tre Camperstop – una vera rarità in Grecia – uno dei quali abbastanza ombreggiato.
KAMÌNI (Pèrdika)
Due o tre km dopo Sìvota, in direzione Parga sulla strada costiera, c’è una piccolissima baia che l’ingegno e la determinazione di un paio di greci hanno trasformato in un luogo accogliente e comodo, con una vera e propria psarotaverna da un lato e uno snack bar più moderno dall’altro. Non si può sbagliare: già un km prima un grande cartello annuncia “Kamini”, e, dopo una curva, un altro manda decisamente a destra, in ripida discesa. Ampio parcheggio sotto gli ulivi, nessun problema per i camper, almeno non a luglio.
Il posto è pieno di rondini; poco oltre c’è un’altra baia più ampia senza servizi raggiungibile attraverso un sentiero, molto selvaggia. Invece, seguendo la carrozzabile, si raggiunge in pochi minuti a piedi la baia di Agia Paraskevì, con una chiesetta, due o tre bar e brutti complessi residenziali, fronteggiata da un’isoletta verdissima. Il gestore della psarotaverna, che si chiama Panagioti, fornisce acqua senza problemi. Le docce e le sdraio sono a disposizione gratis. La baia è contornata da basse scogliere coperte da macchia mediterranea, mentre gli alberi prevalenti nell’area del ristorante sono ombrosissimi gelsi. Qualche pino silvestre, alcuni noci, una vigna che copre un piccolo orto. Spiaggia di ciottoli, acqua pulitissima e subito profonda. Due giovani gabbiani sono soliti frequentarla nelle ore più calde.
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