ZÀKYNTHOS

FÀROS KÈRIOU

2016 02 Faros KeriouI fari sono diventati un po’ una costante dei nostri viaggi, e una volta arrivati a Zàkynthos non abbiamo saputo sottrarci al rito di passare il tramonto al famosissimo faro di Keri, sistemato su una piccola baia a sud ovest dell’isola cara ai poeti, a ridosso di una serie di verticalissime scogliere di bianca roccia calcarea, che al tramonto si incendiano di rosso. Ci vanno tutti, ed in effetti la vista da questa scogliera sulla penisola di Maravià vale il viaggio. Non tanto al tramonto, quando se c’è foschia hai poco da abbagliarti, e soprattutto tanto da sgomitare per trovare posto tra le decine di autovetture parcheggiate all’uso greco (cioè molto male). Il camperista edonista resta la notte, quando va via l’ultima moto del gestore del chiosco (prezzi quasi parigini) e si gode l’assoluto silenzio sul piazzale, e le stelle, e il fruscio del vento tra i pini che circondano la casetta del faro, alto una decina di metri. Quando il sole comincia a illuminare il piazzale deserto, e le scogliere, hai una vista mozzafiato. Anche in questo caso, dopo aver arditamente superato la strettissima strada tra le case dell’abitato di Keri, ci siamo sistemati nei pressi della recinzione. Anche questo faro, come i precedenti, era abitato da persone che evidentemente vi stavano passando le vacanze. E che, come di solito succede in Grecia, non si sono mostrate per nulla infastidite dalla nostra presenza. Vi si arriva da Keri, attraverso una strada strettissima che è bene fare la sera un po’ prima del tramonto, e in senso inverso al mattino presto, prima che frotte di persone si scatenino ad occupare quei 3-400 metri di strettoia in salita (o in discesa se vai verso il faro). Arrivare a Keri è un po’ un’avventura perché i cartelli sono spesso contraddittori. In paese le indicazioni per il faro sono del tutto assenti, ed è bene chiedere a qualcuno per evitare di imbottigliarsi in qualche vicolo senza uscita. Ovviamente, nel piazzale del parcheggio davanti al faro, niente docce, né acqua.

LITHAKIÀ

2016 LithakiàL’acqua invece si trova, abbondantissima, a Lithakià, appena superato il paese in direzione di Chiliòmenos. Una fontana sicuramente collegata a una ricca sorgente, dove i locali caricano decine e decine di bottiglie e bottiglioni, damigiane e taniche, e perfino autocisterne. Dettaglio molto negativo è che il posto, che potrebbe essere carino data la simpatica costruzione a quattro cannelle, sotto bei pini, con un paio di panchine, è pieno di immondizia abbandonata e cassonetti rovesciati: un vero sfacelo. Si arriva a Lithakià prendendo a destra quando la strada da Laganàs svolta a sinistra verso Keri.

LIMNI KÈRIOU

2016 03 Limni KeriouPiccolo porto, base di appoggio delle minicrociere nel Parco marino di Zàkynthos, poche case, molte taverne e servizi di ogni genere. Ampio parcheggio circondato da eucalipti; arrivando mattina presto o pomeriggio tardi si può trovare posto all’ombra. La spiaggia è attrezzata (sdraio a noleggio), ma c’è molto spazio libero tra la linea degli ombrelloni e il mare, con vista sull’isola di Marathonìsi, luogo di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta. Il piccolo centro sorge ai bordi di un laghetto di risorgiva, da cui il nome, che nel periodo estivo è praticamente in secca. Il lago è popolato da un canneto pieno di volatili di ogni tipo. Posto abbastanza tranquillo, anche il via vai delle piccole barche a noleggio non interferisce con la spiaggia. Riva di ciottoli ma poi il fondo diventa subito di sabbia. Acqua limpida e trasparente, mare poco profondo per decine di metri. Grande neo: c’è una sola fontana nel porto, praticamente ostaggio dei noleggiatori di barche; idem la doccia, da cui scende un rivoletto insignificante perché l’acqua attraverso un tubo collegato al rubinetto sottostante scorre copiosa verso il molo. Le due docce a metà lungomare (pedonale) sono un’illusione idrica, o forse l’acqua viene data solo per qualche ora al giorno e solo nei giorni dispari, o forse quando abbiamo cercato di usarle c’era un guasto.

LIMANÀKI ÀGIOS SOSTIS

2016 04 Aghios SostisUn bivio poco prima (o poco dopo) Laganàs, qualche km di strada stretta in mezzo ai campi, una svolta secca a sinistra e una netta salita verso un promontorio ed ecco spuntare il porticciolo di Àgios Sostis, antico paese di cui sopravvive solo una chiesetta in condizioni precarie, a un km circa dal mare. Il porticciolo è aggrappato a uno scoglio, e vi arrivano vagonate di bus che vomitano vagonate di turisti diretti ai battelloni che incrociano al largo per osservare da vicino le tartarughe, che onestamente non sembrano per nulla infastidite dalla folla. Si può far sosta accostandosi alla scarpata che chiude a ovest la baia, piazzandosi sullo sterrato di sabbia battuta dalle autovetture dirette ai bar. Spiaggia di sabbia fine, acqua bassa se si va a sinistra dopo il piazzale; spiaggia di sassi e scogli, acqua profonda e limpidissima se si va a destra, su uno sterrato non accessibile ai veicoli. Nel complesso è un luogo strano e contraddittorio, ma non si sta male. Acqua poca, solo una fontanella vicino alla chiesetta sul molo. Su un isolotto, collegato al molo da un bel pontile di legno, c’è un bar. Ingresso 5 euro con diritto a una consumazione e all’uso di una bella spiaggetta di ciottoli bianchissimi su un mare cristallino. In fondo alla baia, il carnaio di Laganàs, di cui echeggia il mormorio tutta la notte; ma si sente di più lo sciabordio delle piccole onde contro i fianchi delle barche ormeggiate a decine.

PARALÌA GÈRAKAS (Vasilikòs)

2016 05 GerakasIn fondo alla penisola che chiude a est il golfo di Laganàs la strada finisce contro un cancello che impedisce l’accesso a un’area di Riserva naturalistica integrale, all’interno del Parco marino. Superato il piccolissimo centro di Vasilikòs dopo aver percorso la panoramica provinciale da Zàkynthos, la strada si stringe e scende rapidamente verso il promontorio argilloso. Due taverne, alcune domazie, la casetta in legno del centro visitatori, un ex campo da calcio trasformato in parcheggio sterrato. Niente acqua né servizi; da bravi camperisti edonisti siamo arrivati di mattina presto e ci siamo piazzati all’ombra dell’unico albero. La spiaggia, luogo di nidificazione delle Caretta caretta, è accessibile al pubblico dall’alba al tramonto, e sorvegliata da un paio di volontari del Parco. Immediatamente ai piedi della discesa dal promontorio a mare, c’è un noleggio ombrelloni e sdraio, che non sembrano interferire con la impressionante bellezza del paesaggio, e con la vita delle tartarughe e dei loro numerosissimi nidi. Poiché fuori dal piccolo spazio del noleggio non è possibile piantare ombrelloni, nelle ore più calde è buona cosa ripararsi all’ombra di una delle due taverne, e aspettare la frescura del tardo pomeriggio. Spiaggia abbastanza affollata, a est di sabbia e argilla, a ovest di grossi ciottoli e scogli. Mare pulitissimo, acqua fresca e cristallina. Interessante escursione nei calanchi a nord ovest della spiaggia, e nella profumatissima boscaglia di macchia mediterranea. Notte silenziosissima.

ALÝKES

2016 AlykesMolto celebrata, ed in effetti è una località carina e ben tenuta, poche le case sul mare, negozi e bar allineati lungo la provinciale, ampio parcheggio a ridosso dell’abitato, in prossimità di un’area in passato occupata da saline, da cui appunto il nome Alýkes. Contro la collina, una sfilza di condomini stile costa adriatica, ma lontani dalla riva del mare, interrotta qua e là da alberghi grandi e piccoli e da villette a schiera. Ci siamo fermati nell’unico angolo un po’ tranquillo e vicino al mare, a ridosso del canale che collegava le saline. Spiaggia pulita, mare poco profondo, acqua limpida; una doccia nei pressi del sentiero che porta alla spiaggia. Ma non consiglio la sosta per la notte: a occhio e croce deve essere pieno di zanzare. Si arriva facilmente attraversando Zàkynthos da sud a nord, e le indicazioni non mancano. Da Alýkes ci siamo spostati in direzione della punta settentrionale, cercando un posto solitario lungo la bella strada panoramica che porta a capo Skinàri. Non è difficile trovare uno slargo, ad esempio nei pressi di un villaggio semideserto o di un ristorante chiuso, o di un porticciolo. Il punto più suggestivo è sul tratto di costa del capo Katavastàri.

ÀKROS SKINÀRI

2016 Faros SkinariSu Zàkynthos abbiamo fatto una puntatina anche al faro di Capo Skinari, dormendo su uno slargo lungo la strada che va da Alýkes a Karìthi. Il faro si trova sulla punta nord dell’isola. Si raggiunge senza troppa fatica attraverso strade che intercettano paesaggi di grande bellezza, e villaggi quasi abbandonati. L’area del faro è coperta da una vegetazione bassa, ma nei pressi c’è un boschetto di eucalipti che dà ombra e frescura. Dal faro la vista spazia su Cefalonia a nord e sulla costa di Killini a est. Ampia possibilità di sosta, una taverna sul piazzale, un ristorante con domazia poco lontano. Vi arriva il furgoncino del fornaio.

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