2. DA NOWA RUDA A CRACOVIA

23 APRILE 2011

Alle 7 e 30 siamo già svegli. Nel Mizar profumo di caffè, c’è freddo fuori ma sta arrivando il sole, e ci invoglia a metterci in pista. Un altro giro a piedi, poi muoviamo il Mizar verso il Museo della Miniera Kopalnia Węgla, che dista circa 3 km dal centro. Non sapendo cosa ci aspetta, ci fermiamo nel parcheggio di un grande supermercato, immediatamente prima della traversa che porta alla miniera.

Da qui, pochi passi a piedi e ci siamo. La visita guidata è gestita in maniera amorevole da un ex minatore, che parla un po’ in polacco in po’ in inglese facendo di tutto per farsi capire. Siamo gli unici visitatori, forse perché oggi è Sabato Santo e la cattolicissima Polonia si dedica alle rituali incombenze pasquali. Il giro è diverso da quello che ricordavo, e lo spazio circostante, che dieci anni fa era del tutto abbandonato, ora è stato messo in ordine. L’ingresso del Museo, che era una volta il salone d’onore delle associazioni di minatori, è estremamente dignitoso. Davvero encomiabile. La miniera, attiva fin dal 1781 sotto varie imprese tedesche, fu nazionalizzata nel 1945 e messa in liquidazione nel 1992. Dal 1994 è aperto il Museo, che nel corso degli anni è diventato una importante meta del turismo interno.

 

Molti cambiamenti in questi anni, migliorata la condizione delle strade, più ordinato il centro: evidentemente l’ingresso in Unione Europea ha portato i suoi benefici. Lasciamo Nowa Ruda alle 11:45 in direzione Oświęcim, dopo un veloce spuntino sfruttando le nostre scorte. A Kłodzko imbocchiamo la statale 46 verso Nysa, bel paesone immerso in un delicato paesaggio lacustre. Seguiamo la 41 e poi la 40, e raggiungiamo Głogówek dove preleviamo un po’ złoty per le minute spese. Alle 14.15 sosta tattica a Mikołów, nello stesso distributore BP dove mi ero fermato con Alice e Anita nell’agosto del 2000. Da qui a Birkenau il passo è breve, circa 40 km che facciamo in un’ora.

 

Il campo è praticamente deserto. Grande silenzio, rotto a tratti dal fruscio del vento nel boschetto delle betulle. Ci inoltriamo nell’erba bagnata del settore BIIe, il “campo degli zingari”, e poi nel BIIf, la cosiddetta “infermeria”, cercando di tagliare verso la Sauna. Un’ombra poco distante scavalca la recinzione, è un capriolo che rapido com’è apparso scompare in mezzo agli alberi. Troviamo a fatica un varco, ma l’edificio è già chiuso. Fa notte, lasciamo Birkenau con il solito peso sul cuore.

 

Verso le otto ci avviciniamo al Museo, che ovviamente è chiuso.

La bella sorpresa è che l’area di fronte all’entrata, che fino a tre fa era praticamente in un deprecabile stato di abbandono, è stata trasformata ed ora vi sono un paio di hotel, negozi, e soprattutto un grande parcheggio alberato con il fondo in autobloccanti. C’è anche una fontanella. Sta cominciando a piovere, fa anche abbastanza freddo. Recuperiamo le forze al caldo della nostra stufetta, cena leggera e nanna. Km da casa 1580.

24 APRILE 2011

Sveglia con calma, non abbiamo fretta. Alle 8 e 40 siamo pronti a muovere. Oggi è Pasqua. L’unico giorno dell’anno in cui il Museo è chiuso. Ne approfittiamo per fare due passi sul viale, ha piovuto tutta la notte ma ora ha smesso. Arriviamo fino alla Chiesa del Carmelo, ovvero alla ex fabbrica del Zyklon B adattata a comunità monastica cristiana nel 1984 e per questo causa di notevoli e sterili polemiche. È in stato di abbandono, a parte la grande croce eretta nel prato a ricordare la visita del Papa. Dietrofront, e si parte. Il nostro piano prevede due notti di sosta nel Camping Smok di Cracovia, che a quanto abbiamo capito è collegato al centro città con la rete di trasporto urbano.

Conosco bene questo tragitto, anche se la pioggia che ha ripreso con grande intensità ci obbliga a tenere un passo lento sulla solita statale 44. Il Campeggio è sistemato nella zona collinare a ovest di Cracovia, nei pressi del quartiere di Przegorzały, in pratica ai piedi del bosco sovrastato dal castello del Belvedere. Facile da trovare, rapidissime le operazioni di accreditamento. Staremo due notti, spenderemo circa 24 euro a notte. I servizi sono in un edificio moderno e confortevole. Una volta parcheggiato il Mizar, nel giro di una decina di minuti raggiungiamo la fermata del bus 239 e da qui il centro di Cracovia.

 

In meno di mezz’ora siamo a Stare Miasto. Pranzo in ristorante greco sulla Florianska, poi due passi nel Rynek dove ci sono i tipici mercatini di Pasqua. Andiamo verso il Wawel. La croce di Katyn è piena di fiori, facciamo un giro nella piazza della Cittadella e in Cattedrale, senza dimenticare il bellissimo cortile del castello, dai cui doccioni l’acqua si fionda a cascata sul selciato.

 

Siamo qui per viaggiare, e ci sta una tirata fino a Kazimierz, per beccare un altro diluvio che ci ha fatto scoprire il piccolo delizioso bar Eszeweria sulla Josefa, dopo un giro nella immensa Basilica del Corpus Christi, stranamente deserta. Ovviamente ci sta un passaggio nella Szeroka, dove notiamo un bel locale, Dawno Temu na Kazimierzu, con musica klezmer dal vivo.

Torniamo in Rynek, dove abbiamo appuntamento verso le sette con la nostra amica Iwona, che ci guida in una visita alla Bazylika Mariacka e ci racconta alcune delle novità turistiche di Cracovia, rievocando gli altri nostri incontri. Dopo il freddo accumulato in questa lunga giornata, ottima  cena con pierogi in brodo in un tranquillissimo locale sulla centralissima Grodka, poi tram 1 dal centro fino a Salwator, dove c’è la coincidenza con il 239.

25 APRILE 2011

Rientriamo in campeggio all’alba della mezzanotte, dopo aver perso la coincidenza ed aver fatto a piedi i 6 km dal capolinea di Salwator a qui. Per fortuna ha smesso di piovere, perché la giornata è stata molto bagnata.

Sono le sette. Scrivo queste note mentre Mirella dorme, io ho la sveglia incorporata e ho approfittato dei servizi centrali per le mie abluzioni mattutine. Che camminata ieri. Cracovia è sempre così bella, e non c’è malinconia nella pioggia. Si muovono migliaia di persone, anche se è Pasqua e non c’è niente aperto. Eh sì, dovevo proprio farlo prima, questo ennesimo – sesto – viaggio in Polonia. Avrei avuto tempo e modo di parlare di tante cose con Giovanni Arpaia, che di cose ne sapeva ed era sempre curioso di saperne di nuove. In ogni caso, questo viaggio in camper ha già assunto connotati diversi dalle altre volte, che erano vacanze di spiagge e tempo libero. Stavolta Mizar è mezzo di trasporto e cuccia per scaldarsi e dormire, ci si sta poco a vivere.

Mirella dorme. Mi sembra impossibile che ieri mattina a quest’ora eravamo a Oświęcim, e che abbiamo già fatto un giro molto intenso di Cracovia: avremo fatto ieri almeno 15 km in giro quasi sempre sotto l’acqua, oltre ai 6 del rientro nella notte. Mirella dorme. Aveva smesso di piovere, ma ora ricomincia. Forse torno a cuccia. Oggi programma abbastanza ambizioso, e soprattutto attenzione a rientrare a tempo.

Partiamo a piedi dal campeggio verso le 9. Non piove, e ci mettiamo in pista verso il quartiere Podgorze, dove visiteremo il nuovo Museo realizzato nella fabbrica di Schindler, e poi faremo un giro sulle tracce di alcuni luoghi della memoria: i resti del muro del Ghetto, l’edificio dello Judenrat, la Farmacia dell’Aquila. In tram arriviamo a poche decine di metri da via Lipowa e dal Museo Storico della Città di Cracovia, che è bellissimo. Non possiamo evitare di ricordare con un po’ di emozione l’altra volta che eravamo stati qui insieme, oggi questo posto è nei tour di tutti gli operatori, nel 2005 fummo noi a fare una deviazione al normale percorso, perché secondo la nostra guida qui non c’era assolutamente nulla da vedere, solo capannoni abbandonati, che adesso sono stati restaurati e occupano questo Museo e quello di Arte Contemporanea. La visita dura quasi tre ore, da qui torniamo nella piazza Bohateròw Getta e poi ci inoltriamo nelle viuzze. Improvviso, un acquazzone ci costringe a rifugiarci in un piccolo bar dove speravamo di trovare anche del cibo ma niente da fare, solo snack e birra.

 

Ennesimo tram fino a Stare Miasto per un ultimo saluto al Rynek, dove sono tornati al lavoro i soliti banchetti dei fioristi. Con un dolce di mele e una cioccolata calda concludiamo in bellezza questa giornata, meno faticosa di ieri ma sicuramente impegnativa. Alle 18.00, becchiamo il 239 per rientrare in campeggio. Serata tranquilla in Mizar, caldo e accogliente come al solito. Km da casa 1602.

 

 

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