24 APRILE 2014
Sveglia placida. Il sole splende caldo, e ci invoglia ad esplorare questo luogo fantastico. Bella la passeggiata al faro, che a quanto dice la guida Touring è il più alto d’Europa. Abbandonata la costa, bassa e rocciosa, non possiamo fare a meno di notare i resti di alcuni bunker abbandonati in mezzo alla boscaglia. Bello il giro in paese, placidamente disteso lungo un paio di strade sulle basse colline piene di pascoli e campi coltivati. Restiamo affascinati dalla cura amorevole con cui sono tenute le basse casette e i giardini. Facciamo un po’ di spesa nell’unica piccolissima bottega del paese, deliziosa nella sua semplicità. Insomma, stamattina ce la prendiamo comoda, e ci sta.
Dopo pranzo si parte. Ritroviamo la N13 che percorriamo per un centinaio di km senza intoppi fino a Bayeux, dove fermiamo il Dinghy nell’ennesimo grande parcheggio gratuito immediatamente a ridosso del centro. Siamo qui per il famosissimo arazzo dell’XI secolo, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, esposto in un allestimento semplicemente superbo nel Centre Guillaume-le-Conquérant. Il Centro è collocato in un antico palazzo settecentesco dalle forme austere e dagli slanciati tetti di ardesia. Visita dettagliata ed accuratissima, lunga quanto merita questo documento unico nel suo genere e perfettamente conservato. Vale sicuramente il viaggio. Tornando al Dinghy non trascuriamo una passeggiata tra le incantevoli architetture della bella città normanna, attratti dalle finestre piene di fiori rossi. Il rosso è il colore della Normandia.
Alle 18:00, soddisfatti da queste tre ore tra arte e architettura tra medioevo e gli albori dell’età moderna, riprendiamo un viaggio che da qui in avanti dovrebbe essere tutto in discesa.
Prossima tappa Le Struthof, a spanne circa 800 km che faremo seguendo le nazionali a nord di Parigi, puntando a Reims e a Nancy. Prima sosta a Boisney, seguendo sempre la N13. Cena veloce, e via mentre imperversano acquazzoni. La notte non ci spaventa, riattraversiamo e superiamo Rouen dove prendiamo la N31. Verso le 23:00 ogni posto è buono per la notte, ed infatti buona la prima: ci fermiamo nell’ampio parcheggio del castello di Martainville. Manco a dirlo, gratuito. Negli ultimi 100 km non ha mai smesso di piovere. Il posto è assolutamente deserto e tranquillo. Lumi spenti e buonanotte.
Km da casa 1739, oggi 301 con una sola tappa.
25 APRILE 2014
Immersi nella nebbia dopo una notte di pioggia. Il tempo in Normandia è davvero umidiccio come dicono le barzellette. Ci eravamo fermati attratti da questo bellissimo castello illuminato a giorno, di cui oggi riusciamo a stento a intravedere le forme. L’alba nebbiosa non ispira a fare i classici due passi, e alle 8:30 ci rimettiamo velocemente in pista.
La statale è molto scorrevole come sempre in Francia, abbiamo abbandonato la Normandia e siamo nella Marna, ma le architetture non cambiano. Scorrono veloci paesi su paesi.
Tanto per tagliare l’aria dopo 200 km entriamo a Fismes e parcheggiamo in un viale alberato nei pressi della chiesa. Un bel paesone molto animato, dove si cominciano a vedere le tracce di memoria dell’altra guerra, la prima. Solita boulangerie, uno spuntino, un controllo al liquido del radiatore e si riparte.
Superiamo Reims, che potrebbe valere il viaggio ma abbiamo davvero poco tempo, e ci dirigiamo verso la N44. La statale diventa una superstrada a 4 corsie.
Poco dopo Reims giriamo i 2000 km all’altezza di Saint-Martin-sur-le-Pré, tiriamo dritto decisi fino a Vitry-le-François dove imbocchiamo la N4 in direzione Nancy. Su queste strade è proprio un bel viaggiare. A Lunéville prendiamo la N59 ed entriamo nei Vosgi. Cambia il paesaggio, e cambiano in parte anche le architetture, perché abbandoniamo le dolci colline per il sistema decisamente più aspro della catena montuosa sulla sinistra del Reno. La strada diventa più accidentata, ma c’è pochissimo traffico e si viaggia bene. La strada segue la valle del fiume Meurthe, ci fermiamo a Thiaville per chiedere informazioni a un benzinaio e ci viene indicata la deviazione che dovremo fare al prossimo paese, seguendo le indicazioni per Schirmeck.
Mancherebbero una cinquantina di km, ma lungo la D1420 veniamo tratti in inganno da un cartello turistico che dice “Champ du Feu” e in breve ci ritroviamo a scalare una valle quasi alpina, fino alla vetta che per l’appunto si chiama Mont Champ du Feu, alla bella altitudine di 1099 m s.l.m., in mezzo a una serie di impianti di risalita. Procediamo attraversando una immensa foresta di conifere e faggi che sembra quasi del tutto disabitata, e finalmente verso le 18:00 cominciamo a vedere qualche cartello che ci indica alcune delle strutture secondarie del campo. Superiamo un grande monumento, una siepe nasconde alla vista le altre strutture.
Poco oltre, individuiamo un grande parcheggio in mezzo agli alberi, dove ci sistemiamo per passare la notte. Niente acqua né servizi.
Siamo qui per rendere omaggio a un grande scrittore italiano di lingua slovena, Boris Pahor, catturato a Trieste nel 1944 e deportato a Struthof dove ebbe la qualifica di infermiere. Pahor, discriminato fin da bambino sotto l’occupazione italiana dell’Istria, è l’autore di “Necropoli”, una delle più toccanti testimonianze sulla vita nei campi. Facciamo due passi fino al Centro visitatori, per renderci conto degli orari di accesso al sito, e poi nel bosco, dove ci colpisce una costruzione che sembra una villa, probabilmente la casa del comandante del campo.
Poi ci ritiriamo nella nostra cuccia. Km da casa 2301, fatti oggi 562, praticamente in una sola tappa.
26 APRILE 2014
Le Struthof è un luogo pacato e silenzioso. Cielo coperto. Ieri è stata una lunga giornata sempre in viaggio, oggi siamo all’ultima tappa, un appuntamento stabilito da tempo e che finalmente riusciamo a cogliere. Viaggio bello, ricco di emozioni. E di pensieri. La cosa più bella? La passeggiata al faro di Gatteville. La cosa più interessante? L’arazzo di Bayeux. La cosa più emozionante? Deve venire oggi, con la visita al campo di Pahor.
Il KL Natzweiler è l’unico campo di concentramento nazista stabilito sul territorio francese, anche se nel 1941 queste terre appartenevano all’Alsazia annessa al Reich. L’Alsazia è un territorio conteso da secoli, oggi bilingue. Tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale, in circa 75 anni Germania e Francia si contesero e tolsero a vicenda il dominio dell’Alsazia e della vicina Lorena per ben quattro volte. Il sito di Struthof fu scelto perché vi esistevano già delle strutture dedicate al turismo invernale, ma soprattutto per la vicinanza di importanti giacimenti minerari. Dal KL Natzweiler dipendevano circa 70 campi annessi, dove furono imprigionati circa 52.000 deportati, soprattutto partigiani e politici. Di questi, ne sopravvissero meno della metà. Non era un campo di sterminio, ma era dotato di camere a gas. I prigionieri lavoravano soprattutto nelle vicine cave di granito rosa, e in genere all’estrazione di pietra e marmo. Ha la particolarità di essere disposto su terrazzamenti. Al centro dei baraccamenti, collegati da una ripida scalinata, si trovava il piazzale dell’appello e delle esecuzioni. In fondo, la prigione, l’infermeria, il crematorio. Il KL era sotto la stretta sorveglianza della Facoltà di Medicina dell’Università del Reich di Strasburgo, per lo studio degli effetti della malnutrizione, della fatica, e per lo sviluppo dei programmi di eutanasia.
Visitiamo con attenzione il campo, le baracche, e poi il Museo, molto ben curato e dedicato in gran parte alla storia della Resistenza in Francia. Vale sicuramente il viaggio.
Riprendiamo il cammino che sono quasi le tre del pomeriggio. Da qui a Strasburgo abbiamo meno di 50 km, poi è tutta autostrada fino a Bellinzona. E in effetti andiamo di gran carriera, dopo una sosta per gasolio a Schirmeck, dove torniamo sulla strada principale, da qui in avanti larga e scorrevole. Superiamo il Reno a sud di Strasburgo, ed entriamo in Germania dove velocemente ci immettiamo nella A5.
A Weil am Rhein lasciamo la Germania ed entriamo in Svizzera, beccando la solita A2. Verso le 20:00 sosta tattica dalle parti di Goschenen, ai piedi del Gottardo, per una mega piadina super imbottita con tutti gli avanzi di queste faticose giornate. Mancano ormai meno di 100 km, e ricomincia a piovere, anzi qui sulle cime pare che stia nevicando.
Alle 22:30 siamo a casa. Km totali 2787, oggi 486.














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