Entriamo in Francia il 29 marzo dal valico di Bardonnex, obiettivo Versailles.
Imbocchiamo subito la D1206, in direzione di Mâcon. Sosta nel piccolo centro di Léaz lungo la Valle del Rodano. Parcheggio comodo e gratuito, passeggiata ai resti di una fortificazione con vista su Fort L’Ecluse. Superiamo Mâcon, bella superstrada N79 fino a CLUNY, dove troviamo una spettacolare sistemazione per la notte in un parcheggio gratuito a ridosso del centro.
30 marzo. Lasciamo Cluny e ci dirigiamo verso la nostra prima meta, Ainay-le-Château, piccolissima città murata nel dipartimento dell’Allier, che abbiamo scoperto guardando il film “Michou d’Auber”. In effetti la città vale il viaggio, ma per la notte decidiamo di tornare a LURCY-LÉVIS, dove per puro caso avevamo intravisto una bellissima area attrezzata vicino allo stagno di Sézeux. La sosta in questa stagione è gratuita, ma l’area è comunque in perfetta efficienza.
31 marzo. Lasciamo Lurcy-Lévis e ci dirigiamo verso la nostra seconda meta, Chartres, seguendo la D2076. Paesaggi stupendi nei dintorni di Vierzon, foresta di querce e pini. Sosta tattica per spesa e rifornimento al Super U di Salbris. Breve sosta per pranzo a Lamotte-Beuvron, bel paesone a pochi km da Orléans. Anche qui, parcheggio gratuito in pieno centro. Faticosissimo attraversamento di Orléans, poi N154 in direzione nord. Seguendo le indicazioni di Camperonline per un’area qualche km prima della nostra meta, ci imbattiamo nella Microbrasserie de Chandres, in un villaggio nei pressi di Sours. Chiediamo ospitalità per la notte e ci viene accordata. Niente acqua né servizi nel parcheggio sterrato alle spalle della fattoria. Campi di cereali a perdita d’occhio.
1 aprile. Con il viatico di una buona birra artigianale, lasciamo Sours e ci inoltriamo in Chartres alla ricerca di un parcheggio. Grazie alle indicazioni della gentilissima Madame Blandine proprietaria della brasserie, troviamo velocemente posto sotto le mura medievali della città a ridosso dell’Eure, a pochi minuti dalla piazza della Cattedrale. Manco a dirlo, il parcheggio è gratuito. Chartres è una città dall’atmosfera incantata, per niente rotta dalla massiccia presenza di sorveglianza armata all’ingresso della Cattedrale, in vista della Messa Solenne di Pasqua. Molto interessante la città, molto bella la Cattedrale, particolare il Museo delle vetrate.
Lasciamo Chartres e ci spostiamo verso la nostra terza tappa, il Camping Municipale di ANET, sosta prevista nella pianificazione del viaggio per dare un timeout alla vita sauvage. Due ore di placido andare lungo la N154 fino a Dreux, poi su una dipartimentale che si inoltra nella zona collinare a nord di Parigi, solcata dall’Eure. Il campeggio, appena fuori dalla città, è in riva a un piccolo corso d’acqua. Evitiamo di sistemarci sull’erba perché il terreno è reso molle dalle piogge insistenti. Molto accogliente ed economico, dotato di servizi essenziali ma efficienti. Anet è una piccolissima e tranquillissima città, famosa per il castello rinascimentale di Diana di Poitiers, amante del re Enrico II, costruito nel XVI secolo.
2 aprile. Con molta calma lasciamo Anet dopo averla esplorata a fondo, peccato solo che il castello fosse aperto solo il pomeriggio. Destinazione la quarta tappa, BEAUVAIS, dove abbiamo previsto di fermarci per la notte. Sempre seguendo le dipartimentali, attraversiamo la Senna a Mantes-la-Jolie e proseguiamo nella regione collinare della Piccardia, ricca di prati e pascoli. Raggiungiamo abbastanza velocemente la città, che ci stupisce per i numerosi parcheggi, manco a dirlo gratuiti, sistemati lungo i viali che la circondano. Una rapida esplorazione e troviamo una sistemazione centralissima, nelle immediate vicinanze della Chiesa di Saint’Etienne (X secolo, bellissime vetrate) e del Municipio, e a pochi minuti dalla Cattedrale gotica del XIII secolo. Si tratta di un monumento molto intrigante, perché è la chiesa più alta del mondo, e perché per problemi strutturali non è stata mai completata. La città non ha quasi nulla di autenticamente antico, perché durante la II guerra mondiale fu rasa al suolo, come molte altre in questa regione. Ma gli edifici del centro storico, raccolti intorno alla Piazza Hachette, sono stati ricostruiti in modo da ripetere l’urbanistica anteguerra.
3 aprile. Partenza abbastanza presto, obiettivo della giornata Versailles. Penetriamo nella cerchia metropolitana di Parigi attraverso la bella e scorrevole N1. Tappa a Saint-Denis per visitare la cattedrale, che oltre ad essere il primo esempio dello stile gotico è anche il più importante mausoleo della storia francese, per la necropoli che conta 68 tombe di sovrani.
Lasciamo verso mezzogiorno il sobborgo di Parigi e ci spostiamo alla nostra quinta tappa, VERSAILLES, con un discreto anticipo sulla tabella di marcia, avendo prenotato per l’indomani. Viabilità come al solito abbastanza lineare, ma molto traffico. Dopo un paio di tentativi in centro, ci spostiamo fuori città, sistemandoci per il pranzo sulla Allée des Matelots, un ampio vialone che fiancheggia una caserma dove avevamo notato alcuni camper in sosta. Niente di che, o per meglio dire una sistemazione molto precaria, ma comunque molto meglio che fermarci nelle zone a pagamento progressivo del centro, per non parlare dell’unica area di sosta, senza servizi, carissima. Dopo pranzo torniamo in città, per un più accurato giro di ricognizione ma niente. Bella passeggiata sotto la pioggia tra Avenue de Paris, dove lasciamo il camper, e il piazzale antistante la reggia. Alla ricerca di una sistemazione più accogliente dello sterrato fangoso di Allée des Matelots, perdiamo un sacco di tempo ingolfati nel traffico della D11, e decidiamo di fare marcia indietro e accontentarci.
4 aprile. Partenza molto presto per evitare code sia nell’entrata in città sia alla biglietteria, dove non c’è priorità per chi ha prenotato. Piazziamo il Dinghy su Avenue de Paris, individuiamo finalmente il modo per entrare nel Parking Europe, nemmeno troppo caro vista la posizione (13 euro per 6 ore) e via per la visita del Chateau de Versailles con i suoi stupendi giardini, e del Petit Trianon. Gli stimoli sono davvero tanti e il tempo scorre molto velocemente.
Verso le due del pomeriggio ci spostiamo ancora, seguendo la N20 fino ad Arpajon (dove ci fermiamo on the road per uno spuntino) e ad Étampes. Qui facciamo una deviazione su strade secondarie tra il Loiret e l’Île-de-France, e verso le sei becchiamo la N7 praticamente a ridosso di FERRIÈRES-EN-GÂTINAIS, dove abbiamo deciso di pernottare nel Camping Municipale du Perray. Bello e accogliente, per niente caro (15 euro tutto compreso), servizi molto ordinati e puliti.
5 aprile. Lunga visita di Ferrières-en-Gâtinais, che si rivela un interessante paesone arroccato intorno a una monumentale abbazia di epoca carolingia, circondato da canali. Tra età romana e medioevo fu un centro di fondamentale importanza per la fusione e la forgiatura dei metalli. Atmosfere quasi surreali, silenzio assoluto.
Verso le 11 ci mettiamo in moto per la nostra settima meta, e cioè Montargis, il centro del Loiret dove scorre il Canale de Briare, il più antico della Francia, prototipo di tutti i canali moderni. Costruito nel XVII secolo, permette di collegare la Loira con la Senna. Parcheggio nella piazza ai piedi del castello, ovviamente gratuito. Interessante visita del centro storico, passeggiata lungo il canale, con le sue chiuse e le numerose diramazioni.
Spesa e pranzo veloce, e poi partenza versa la nostra ottava meta, e cioè Flavigny-sur-Ozerain, il piccolo centro della Côte-d’Or dove fu girato il film “Chocolat”. Ma poiché tempo ne abbiamo da vendere, seguendo le belle provinciali verso est entriamo in Borgogna e all’uscita da uno dei tanti piccoli centri che spezzano il bel paesaggio agricolo che circonda le strade di Francia ci imbattiamo in un castello rinascimentale, nelle immediate vicinanze del Canale di Borgogna. Siamo nell’antico centro di ANCY-LE-FRANC, e il castello, che noi abbiamo scoperto per puro caso, è considerato il capolavoro assoluta dell’italiano Sebastiano Serlio, architetto del XVI secolo. A prima vista il sito vale il viaggio, e decidiamo di fermarci per la notte. Ovviamente , anche in questo piccolissimo centro c’è uno spazio per i camper, senza servizi ma gratuito.
6 aprile. Passiamo la notte in assoluta tranquillità nei pressi di un piccolo stagno. La visita del castello, che fu di proprietà della nobile casata dei Clermont-Tonnerre, è estremamente interessante, e dura circa tre ore. Notevoli i restauri in corso degli appartamenti affrescati al piano terra, costruiti per ospitare i reali di Francia e trasformati in magazzini durante il Terrore.
Verso le 13, fatto un rapido picnic nel parco giochi vicino allo stagno, ci mettiamo in pista verso Flavigny-sur-Ozerain. Il paesaggio adesso è più collinare. Costeggiando a tratti il fiume Armançon e il canale di Borgogna, superiamo Montbard e il Parco Museo Alesia, e finalmente raggiungiamo la nostra meta. Manco a dirlo, parcheggio sterrato ampio e gratuito, con acqua e servizi. La visita del villaggio è un vero dono del cielo: finalmente c’è il sole, il paese è tranquillo e silenzioso, gli abitanti si stanno dedicando alle cure dell’orto… poesia pura. Tra le altre cose, a Flavigny c’è un importantissimo stabilimento per la produzione di caramelle all’anice, che ha ereditato la tradizione dell’abbazia costruita in epoca carolingia.
Alle 18 lasciamo Flavigny, e prendiamo la D905 verso sud-est. Superiamo Digione, entriamo nella regione montuosa del Giura. A Dole cambiamo in direzione di Besançon. La strada segue il corso del Doubs, attraversando paesaggi sempre più incantevoli. Veniamo attratti da un cartello che indica un sito UNESCO, e alè, dopo aver attraversato una foresta strepitosa raggiungiamo ARC-ET-SENANS, parcheggiamo nei pressi di una scuola intitolata al Piccolo Principe e stabiliamo qui il punto sosta dell’ultima notte. Assolutamente gratuito, niente servizi, nei pressi di un’area destinata a manifestazioni aeree.
7 aprile. Il sito UNESCO è lo stabilimento Saline Royale. Il museo è molto ben allestito, in particolare la sezione dedicata al famoso architetto Claude-Nicolas Ledoux. Una fabbrica impiantata nel XVIII secolo e in funzione fino al 1895, una lavorazione molto articolata e complessa. Durante l’occupazione nazista gli edifici furono utilizzati dalle SS come campo di transito per nomadi e zingari. La visita, anche questa assolutamente casuale come la precedente, si rivela estremamente interessante, e ci occupa praticamente tutta la mattinata.
In lontananza, si vedono le cime innevate del confine con la Svizzera. La strada ci chiama, e seguendo la D72 superiamo Salins-les-Bains e raggiungiamo Pontarlier. Da qui prendiamo la N57, e dopo una breve sosta a La Cluse-et-Mijoux valichiamo le Alpi e scendiamo rapidi verso il bacino del Lago di Ginevra.

Usciamo dalla Francia verso le 15, attraverso il valico di Vallorbe.






































































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