Entriamo in Francia sabato 13 agosto verso le due del pomeriggio, dalla ormai solita Vallorbe. Questa volta viaggiamo in tandem con Ruben e Greta, che accompagneremo nel loro primo viaggio in camper facendogli conoscere luoghi a noi già noti in cui ci fa piacere tornare.
Per questo, la prima tappa è di soli 350 km, e dopo aver preso la N57 fino a Pontarlier passando per La Cluse-et-Mijoux, e poi la D72 (che entrati nel Giura diventa D472), facciamo sosta per la notte nel comodo parcheggio gratuito di Salins-les-Bains, dove arriviamo verso le quattro, giusto in tempo per una visita al bellissimo Musée de la Grande Saline, sito del Patrimonio Mondiale UNESCO.






Domenica 14 agosto. Si parte con calma. Oggi non abbiamo in carniere troppi km, la meta è Giverny lungo la valle della Senna immediatamente a nord di Parigi, ma per guadagnare in velocità faremo quasi tutta autostrada.
Da Salins-les-Bains ci spostiamo ad Arc-et-Senans. Da qui prendiamo il bellissimo tratto di D31 che attraversa la Foresta demaniale di Chaux e poi a Gendrey imbocchiamo la A36. A Beaune ci spostiamo sulla A6. Breve sosta per il pranzo all’Aire Venoy-Grosse Pierre, molto accogliente, e poi ancora on the road. Superata l’ultima Gare de peage a Fleury-la-Biere, attraversiamo senza intoppi il complesso sistema di tangenziali di Parigi, ma poi il benedetto navigatore più o meno all’altezza di Versailles ci spedisce sulla N12, superstrada spettacolare che però butta a ovest, mentre noi dovremmo andare a nord.
Controllate le mappe cartacee, usciamo a Maulette e prendiamo la D983 con i suoi saliscendi e paesini tipici del florido dipartimento dell’Yvelines, sul bordo sinistro della ampia vallata scavata dalla Senna, fino a Mantes-la-Jolie. Da qui, seguendo la D113, ci avviciniamo al fiume maestoso, che superiamo con il bel ponte di Bonniéres. Ancora 6 o 7 km di stradine secondarie in mezzo ai campi un po’ riarsi dalla siccità, entriamo finalmente in Normandia, e eccoci nell’Area camper di Giverny. Circondata dal verde, gratuita, molto ampia e confortevole anche se senza servizi. Nonostante il periodo troviamo facilmente posto per accamparci con comodità.



Lunedì 15 agosto. Siamo qui per visitare la Maison et les Jardins de Claude Monet, o meglio – almeno per noi – per tornare a godere di questa assoluta meraviglia della passione umana per i fiori e i colori, incarnata nel celebre artista che passò qui con la sua famiglia gran parte della sua vita.



Il Museo apre alle 9, e noi siamo praticamente i primi. Nonostante la penuria d’acqua, lo spettacolo del giardino è semplicemente meraviglioso. Nonostante l’affollamento, gli interni mantengono un grande fascino. Lo stagno delle ninfee vale assolutamente il viaggio anche se è la seconda volta, e saluto la casa di Monet con la certezza del ritorno.











Verso le due del pomeriggio torniamo ai camper, dopo un infruttuoso tentativo di fare pranzo in uno dei tanti locali della bellissima ma affollatissima cittadina, e d’altra parte oggi è Ferragosto. E dunque, sfruttiamo la fantasia e le scorte per sperimentare questo modo per noi nuovo di andare in giro in gruppo, realizzando un piccolo e confortevole accampamento.


Con calma, lasciamo Giverny e il dipartimento dell’Eure e ci spostiamo verso la costa, dove abbiamo prenotato una notte in campeggio. Rotta a Nord sulla D615 in direzione di Rouen, che attraversiamo senza problemi. Da qui al mare manca davvero poco. A Croix-Mare prendiamo la D20 verso Saint-Valery-en-Caux; una deviazione ci obbliga a fare un girotondo tra i campi intorno a Doudeville, è l’occasione per scivolare piano tra i villaggi agricoli della Seine-Maritime. A Saint-Valery becchiamo finalmente la mitica D79, passiamo davanti al CNPE di Paluel e finalmente, dietro una stretta curva, ecco il mare e le prime case della nostra terza meta: Veulettes-sur-Mer. Un posto di cui ci innamorammo qualche anno fa, e che abbiamo scelto per una tappa “seria”, con campeggio e ristorante.






Il Camping municipale La Maison du Campeur, che raggiungiamo verso le cinque e mezza nell’attimo in cui scattano i primi 1000 km da casa, è un luogo molto confortevole e tranquillo, a dieci minuti dal lungomare. Piazzole molto ampie, ottima dotazione di servizi, personale accogliente e cordiale, come peraltro dappertutto in Francia. Il prezzo (forfait 23 euro) è compatibile con il luogo: siamo nel cuore della Côte d’Albâtre ma al tempo stesso in una delle località meno affollate, forse perché non ha un porto. Grande bellezza e poca folla. Il nostro luogo ideale. Una doccia e via verso il mare, anche per prenotare per tempo la cena in una delle tre brasserie, visto che è giorno di festa e si correrebbe il rischio di restare a bocca asciutta come a pranzo. Ci andrà bene, anzi benissimo, nel Restaurant De La Mer, che scegliamo per le sue architetture tipicamente bretoni. Cena all’aperto, anche se per essere agosto non c’è per niente caldo, anzi. Servizio ottimo, cibo spettacolare, bellissima vista, profumo di mare.


Martedì 16 agosto. Ce la prendiamo comoda, nel programma c’è anche oggi una tappa breve, e scegliamo di evitare di portarci avanti cercando altre località da vedere, godendoci invece il profumo penetrante della bassa marea. Dopo la colazione con spettacolari croissant – finalmente!- usciamo dal campeggio e parcheggiamo i camper sul lungomare.
Lauto spuntino al banchetto da spiaggia Esta’ Frites, e lasciamo Veulettes in direzione ovest, seguendo con molta calma la stupenda D79. Veloce tappa a Cap Fegnet, altra sosta per un po’ di spesa alla Lidl di Fécamp. Sono ormai quasi le cinque e mancano ancora 150 km alla meta di oggi. Così lasciamo le dipartimentali e prendiamo l’Autoroute A29. Superiamo il Pont de Normandie entrando in Calvados, ci raccordiamo alla A13 che seguiamo fino a Caen. Da qui la D22 verso nord-ovest, andando anche un po’ a naso; sfioriamo un cimitero di guerra inglese a Bazenville e superata Ryes verso le sette e mezza raggiungiamo Arromanches-les-Bains. Questa è la quarta volta, e non abbiamo mai fatto la stessa strada: perché la Normandia è così, appena lasci autostrade e superstrade ti porta a perderti nei campi.
L’Area camper di Arromanches è bella e spaziosa, sistemata in cima alla falesia. Era un piccolo sterrato otto anni fa, adesso è un parcheggio immenso. A pagamento, 10 euro per 24 ore, con servizi igienici e carico-scarico, abbastanza affollato soprattutto da italiani. Troviamo posto senza fatica, e ceniamo appena a tempo per goderci un magnifico tramonto.



Mercoledì 17 agosto. Siamo qui per visitare il Musée du Débarquement, che pur essendo in ristrutturazione mantiene quell’efficienza al 100% che lo rende uno dei posti meglio fruibili tra quelli dedicati agli eventi del giugno 1944. La visita dura buona parte della mattinata. Poi ci attardiamo nel paesino che, nonostante la grandissima presenza di visitatori, conserva un’aria incantevole. Soprattutto la spiaggia, dove riusciamo anche ad assistere alla salita della marea, spettacolo sempre emozionante.






Pranzo in brasserie Le Recto Verso, altra passeggiata per rientrare ai camper e via per la meta successiva, ovvero il Cimitero Militare Americano di Colleville-sur-Mer, dove arriviamo verso le quattro. Dopo aver sostato nel vastissimo parcheggio gratuito che osserva gli orari di apertura dell’area monumentale, un’oretta ci basta per la visita, ed abbiamo anche modo di assistere alla cerimonia dell’ammaina bandiera. Anche qui, non è la prima volta, ma l’emozione è sempre tanta.



Finita la visita, facciamo il punto per decidere gli spostamenti successivi. Sono ormai quasi le sei; decidiamo di restare in zona per passare dalla Pointe du Hoc, che però a quest’ora è già chiusa, e di cenare e dormire nell’ampio parcheggio che avevamo già sfruttato otto anni fa. Domani si vedrà.
In realtà, anche se è quasi buio, il Museo è chiuso, ma l’area è accessibile. Pochissime persone si aggirano nel campo martoriato dalle bombe. Sono stati fatti molti miglioramenti alla fruibilità del sito, che visitiamo con calma finché resta un barlume di luce. Sono ormai le dieci di sera quando ci ritiriamo in camper, nella solitudine del nuovo e gratuito Parcheggio riservato ai camper. Netto contrasto con l’affollamento di Arromanches: oltre ai nostri due, c’è solo un altro camper. Nessuna luce, nessun suono.



Giovedì 18 agosto. L’obiettivo di oggi è Mont Saint-Michel, dove abbiamo prenotato una notte in campeggio. A tabella sono circa 130 km. Ma visto che la visita a Pointe du Hoc l’abbiamo fatta ieri sera, arrivati a Carentan con la N13 facciamo una deviazione verso nord e andiamo a Sainte-Mère-Eglise, dove arriviamo verso le dieci. Anche qui, si nota un netto miglioramento rispetto al viaggio precedente: c’è infatti un ampio parcheggio camper a pochi metri dal centro, con una tariffa minima oraria per la sosta diurna. Il giro per la città è carino, e reso simpatico anche dalla presenza del classico mercato settimanale, così ne approfittiamo per fare qualche compera.



Alle undici e mezza ripartiamo, non senza aver fatto una puntata nella bellissima Boulangerie de la Paix a fare scorta di pane e croissant. Puntiamo a sud sulla N13, e a Carentan deviamo sulla N174 verso Saint-Lô, capoluogo della Manche. Qui teniamo la D999 in direzione di Percy e della A84, che lasciamo a Pontaubault per la N175, altrimenti nota come Voie de la Libertè. A Precey usciamo dalla superstrada e puntiamo a nord ovest verso la baia.
Superato il piccolo agglomerato di La Rive, con qualche negozio e un campeggio, ci impicciamo in un bel girotondo perché il navigatore ci fa infilare in un cul de sac, mentre la cartellonistica locale ci aiuta poco a capire: c’è una gran coda di auto, qui a fianco ci sono decine di parcheggi, ma non c’è modo di capire sul posto come si fa a raggiungere la nostra meta, che è un campeggio all’interno della zona alberghi e ristoranti, ad accesso limitato ai soli clienti. Arriviamo finalmente a un sbarra, dove riesco a capire che ci serve un codice, che mi è arrivato per email qualche giorno fa, e che ovviamente non ho scaricato perché in vacanza non guardo la posta. Con l’aiuto di Greta cerco sul cellulare, ma l’agente di sorveglianza ci dice di fare dietro front e lasciar passare gli altri. Così torniamo indietro fino alla prima rotatoria e poi di nuovo verso la sbarra, che finalmente si apre, ma attenzione a tenere bene a mente l’orario perché possiamo restar qui solo 24 ore.
In compenso, il Camping du Mont Saint-Michel è veramente bello e confortevole, con piazzole molto spaziose e servizi ben collocati. Riusciamo a mettere sotto i denti qualcosa di veloce non prima delle tre; mentre eravamo in giro pioveva a dirotto, ma ora come spesso succede c’è un bel sole e si sta bene. Siamo a pochi metri dalla fermata delle navette gratuite che portano al Monte; questa sistemazione vale il viaggio ma soprattutto vale i 24 euro che l’abbiamo pagata.



Massimo rilassamento, veloce esplorazione della situazione, preparativi per doccia e cena; poi, mentre i ragazzi vanno al ristorante per una cena romantica, noi in uscita notturna lungo il fiume e verso il nuovo ponte sospeso, con lo scenario suggestivo del monte illuminato. Fino al 2012 era possibile arrivare con il proprio mezzo privato nei pressi dell’ingresso di Mont Saint-Michel, e si parcheggiava praticamente dentro la baia, in zone protette da alcune dighe che però stavano causando danni al delicato equilibrio dell’ecosistema. Adesso, il nuovo ponte è transitabile solo dai mezzi autorizzati e ovviamente dai pedoni. I parcheggi sono stati spostati nell’entroterra, oppure nelle immediate vicinanze della zona alberghi. Torniamo a baita con negli occhi ancora la visione del monte illuminato, stagliato verso il cielo.

Venerdì 19 agosto. In pratica, questo è l’ultimo giorno di vacanza, perché Mont Saint-Michel è il giro di boa per il ritorno a casa, da cui distiamo 1150 km. Così, bisogna goderselo per bene, e ci muoviamo presto, a piedi, lungo i 3 km tra il Dinghy e l’antico villaggio in mezzo al mare. L’accordo con i ragazzi è che passeremo questa mezza giornata in modo indipendente: poiché dobbiamo lasciare il campeggio entro le 12 e l’area entro le 14 circa, per dare a loro il tempo di visitare l’Abbazia (che io e Mirella abbiamo già visitato una decina di anni fa), saremo noi, dopo aver fatto la lunga passeggiata sulla nuova passerella, e un giro nella parte bassa del borgo, a parcheggiare i camper sulla diga, dove ci troveremo per la ripartenza.









Mont Saint-Michel è sempre incantevole. Come da programma, mangiati e riposati, si parte verso le due. L’obiettivo è andare quanto più in là possibile, usando le dipartimentali per evitare di fare zig zag tra i centri più importanti e tenendo la bussola quasi costante a sud est. La campagna francese è d’altra parte bellissima da vedere, e le strade mediamente in ottime condizioni. Sfioriamo senza mai fermarci una miriade di paesi e villaggi e grossi centri come Alençon, dove imbocchiamo la D955. Dopo circa 200 km, con alle spalle quasi 4 ore di marcia, lasciamo la Normandia a Nogent-le-Rotrou, e cominciamo a guardarci intorno per fare tappa, ma vorremmo evitare poi di fare una tratta troppo lunga domenica e così procediamo. La notte si avvicina, i km aumentano e la stanchezza pure, e decidiamo di cercare un’area di sosta prima di Orleans. La mappa ce ne mostra una nei paraggi, e subito dopo Ormes deviamo per Ingré e finalmente raggiungiamo l’Area camper di La Chapelle Saint-Mesmin, che è praticamente un sobborgo di Orleans, ben servito da mezzi pubblici verso la città. Sistemazione bella e ombreggiata, economica (6 euro x 24 ore) e spartana, fascinosa nonostante l’ora tarda per il mormorio della Loira che scorre a pochi metri.

Sabato 20 agosto. Obiettivo di oggi è avvicinarci quanto più possibile al confine svizzero. Piccolo tratto verso nord per imboccare la A19 e poi la A6 in direzione sud est verso Beaune, che è in posizione strategica nell’ormai abituale itinerario tra casa e Normandia e viceversa. Esattamente sull’uscita verso la bella città capitale dei pregiati vini di Borgogna giriamo i 2000 km, e ne abbiamo fatti 320 dall’ultima sosta. A Beaune troviamo con grande facilità una spettacolare e per niente affollata Aire de Camping Car ridosso del centro, senza servizi ma gratuita per le prime tre ore, dove fermiamo i camper verso le due. Un bel giro nelle viuzze e piazze piene di enoteche, un buon pranzo nella brasserie Les Chevaliers, e verso le quattro si riparte. La strada è ancora lunga.






Altre due ore di autostrada sulla A36 in direzione Besançon, ma la meta che ho scelto per fare tappa per la notte è il parcheggio gratuito di Arc-et-Senans, tranquillissima spianata ai margini della cittadina famosa per l’importante complesso della Saline Royale. Qui chiudiamo il cerchio, e finalmente ci rilassiamo dopo circa 450 km in attesa della cena.


Domenica 21 agosto. All’alba, il termometro segna 17°, e stanotte abbiamo acceso la stufa. Da qui, è tutta in discesa, nel senso che di questa porzione di Francia conosciamo ogni particolare, compresa la spettacolare Boulangerie Festival des Pains in entrata di Salins-les-Bains. E, come abbiamo già fatto in passato, l’area picnic di La Cluse-et-Mijoux, dove facciamo sosta per il pranzo. Ultimi 20 km di Francia, e usciamo verso le tre del pomeriggio, dalla solita dogana di Vallorbe.



Nove giorni di viaggio per 2490 km complessivi, di cui 1908 in Francia. Ripercorrendo strade già note oppure intraprendendo nuovi percorsi. Se non si va non si vede, e certe volte vale la pena andare e vedere posti che hai già conosciuto, sia se sono rimasti uguali a come li ricordavi – ad esempio Giverny – sia se sono cambiati radicalmente – ad esempio Mont Saint-Michel. Cambiare strada apposta per non fare quella già fatta e vedere paesaggi nuovi. Questo è viaggiare.
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